
Pronta l’uscita dalla notte oscura 1
verso la luce del giovin mattino, 2
lo sguardo assente che pare tortura
si posa stanco sull’aspro cammino. 3
Splende l’aurora da dietro l’altura
quando è raggiunto il fissato confino
ove la gente confida impaziente
con le paure e l’ansie nella mente. 4
Volti curiosi dagli occhi imploranti
sgomenti scrutan l’austera dimora, 5
stirpi diverse, domande tremanti
ma la risposta non sempre rincuora. 6
Mentre l’angosce cingono gli astanti,
sale il fastidio e il panico divora,
si leva dubbio che da questo esame
possan spuntare solo atroci lame. 7
Alessandro Gardin 4B
- “Viene la notte, la notte scura, piena di cose che fanno paura.” Tiziano Sclavi.
- “Il giorno” di Giuseppe Parini ripresa del parallelismo tra il “Giovin signore” dell’autore e il mattino presente in poesia.
- “A se stesso” di Giacomo Leopardi.
- “Per quanto avrai paura.” di Francesco Sole.
- “Lei mi parla ancora.” di Giuseppe Sgarbi.
- “I fiori del male.” di Charles Boudelaire riprendendo il tema del poeta maledetto e del fatto che le risposte che ci vengono date, anche quelle dalla poesia ch’è una delle più alte forme d’arte, non sempre possono rincuorarci.
- “Ossi si seppia.” di Eugenio Montale. L’autore spesso paragona le onde che si infrangono sulla scogliera dove sorge casa sua “lame d’acqua” che, per la sofferenza e la solitudine, possono anche considerarsi atroci (rivisitazione personale di ciò che l’autore esprime).
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